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Candele rito

Il Rito dello Sposalizio Celeste è il rituale che, nell'Impero erondariano, indica il termine dell'anno passato e l'inizio dell'anno nuovo. Viene eseguito a Vàhlendàrt e celebrato dall'Imperatore, come Sommo Sacerdote del Khame Morhea, dal Principe ereditario e dal Cancelliere. Il momento il cui il rito è effettuato corrisponde al momento in cui lo Sposo Rosso raggiunge la Sposa Bianca, dopo dodici mesi di inseguimento, determinando un allineamento delle due lune.

È considerato un rituale di purificazione, i peccati e i mali commessi vengono allontanati e affidati ai Khame, affinché l'anno nuovo possa essere iniziato senza nulla di maligno nell'anima. Durante il rito, delle candele votive vengono poste nel Mare della brezza. Le candele simboleggiano i peccati, portati via dalla corrente del mare, cioè dalla benevolenza dei Khame[1].

Durante il rituale, vengono pronunciate queste parole:

  • Cancelliere: "Ascoltate, voi tutti principi della famiglia imperiale, nobili della corte, ufficiali, popolo della capitale...i mali volontariamente o involontariamente commessi da voi tutti nel corso dell'ultimo anno devono essere purificati. I mali commessi dagli addetti al servizio dell'Imperatore, le dame che lo servono ornate dalla fascia, gli attendenti che portano la faretra, quelli che portano la spada, la moltitudine dei suoi sudditi, tutti questi mali saranno scacciati con questo solenne rito di purificazione, nell'ultimo giorno dell'anno. Ascoltate tutti!"
  • Imperatore: "Io pronuncio queste parole e i Khame celesti schiuderanno la solida porta del cielo e, aprendo un varco tra le innumerevoli nubi, ascolteranno e accoglieranno la nostra preghiera. Io pronuncio queste parole e i Khame terrestri saliranno sulle vette dei monti e, aprendo un varco tra le nebbie e le foschie, ascolteranno e accoglieranno anch'essi la nostra preghiera. Come i venti spazzano via le nubi dal cielo, il vento del mattino fuga la nebbia e il vento della sera disperde la bruna, come i rami degli alti alberi tagliati alla radice con scure affilate precipitano a terra, come le grandi navi ancorate nel porto, sciogliendo gli ormeggi, prendono il largo verso il vasto oceano, così vengano scacciati e allontanati tutti i mali da noi commessi e nulla di maligno rimanga. Lo spirito che abita le rapide correnti dei fiumi porterà qusti mali nel grande oceano, dove saranno ingoiati dallo spirito che abita le mille correnti del mare e lo spirito che abita là dove l'aria viene espulsa li soffierà prepotentemente nel regno sotterraneo degli inferi."
  • Principe: "E qui lo spirito che abita nel regno sotterraneo degli inferi vagherà con essi laggiù, finchè si disperderanno. Oggi ogni male e malanno sarà scacciato."

Note[]

  1. Dragonero 15, Intrighi a corte, Sergio Bonelli Editore.

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