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Pietra sonora

Questo viaggiatore si è accampato proprio davanti a una Pietrasonora.

Le Pietre Sonore o “Pietre degli Ubiqui” sono dei monoliti di forma e struttura variabile diffuse in tutto l'Erondàr, simili a grandi menhir. Si ritiene siano il lascito di civiltà antiche, probabilmente gli Ubiqui, e la maggior parte sono in cattivo stato di conservazione, distrutte o semidistrutte. Sono dette sonore in quanto presentano sulla loro superficie delle scanalature che, se toccate da altre pietre, determinano la produzione di vibrazione con emissione di veri e propri suoni, di tono e timbro differente a seconda della pietra considerata. Non esistono, per quanto si sappia, due Pietre Sonore identiche, in quanto ciascuna presenta sulla sua superficie segni diversi o disposti in maniera differente.

L'ipotesi più accreditata è che esse rappresenterebbero dei “portali”, tramite i quali gli Ubiqui sarebbero stati in grado di viaggiare istantaneamente da un luogo a un altro, anche coprendo grandi distanze in pochi secondi, se non raggiungendo veri e propri altri mondi. Secondo alcuni esse consentono non soltanto gli spostamenti nello spazio e tra mondi diversi, ma renderebbero possibile anche il viaggio nel tempo. Per poter far questo, con ogni probabilità le pietre dovevano essere assolutamente integre, capaci quindi di originare un suono puro se percosse[1].

Finora è stata rivelata l'ubicazione di cinque Pietre Sonore:

  1. Pietra Sonora della Città nel sottosuolo di Solian: tale pietra si trovava al centro di un piazzale, circondata da quattro statue raffiguranti strani individui di razza sconosciuta, probabilmente Ubiqui ma ciò non è certo. Aveva una forma rettangolare con una serie di scanalature verticali di lunghezza differente, a partenza dall'estremità superiore. La sua attivazione, possibile quando integra, conduceva verso un luogo misterioso abitato da esseri insettoidi cavalcanti insetti giganti. È stata completamente distrutta da un gruppo di Nani intimoriti dal suo potere[1].
  2. Pietra Sonora sui Monti Nomeidei, nei pressi del Convento di Fhaŭcasaepta: tale pietra è semidistrutta, presenta una superficie dritta attraversata da scanalature disposte “a scacchiera”, con alcuni quadri di un colore più scuro rispetto agli altri, a disposizione irregolare[2].
  3. Pietra Sonora del Passo della Pietra Sonora sul Massiccio della Grande Cresta, nel Suprelùrendàr centrale: tale pietra è semidistrutta, presenta una superficie concava attraversata da scanalature disposte “a scacchiera”, con alcuni quadri di un colore più scuro rispetto agli altri, a disposizione irregolare[3].
  4. Pietra Sonora in un cenote nascosto nelle profondità della Foresta Vecchia: tale pietra è quasi integra, ma danneggiata nella parte superiore. Presenta una parte inferiore con superficie dritta e breve che continua in una parte con superficie curva concava, per tutta la sua lunghezza è attraversata da scanalature disposte "a scacchiera", con i quadri tutti dello stesso colore. Non si sa dove conduca, anche se, con ogni probabilità, è il luogo di origine dei Viresilvhe, esseri mostruosi che periodicamente compaiono nella Foresta Vecchia.[4].
  5. Pietra Sonora all'interno di una rovina, nei pressi delle Paludi Malgha, nel Margondàr del Nord: tale pietra è semidistrutta, presenta una superficie dritta attraversata da scanalature disposte “a scacchiera”, con alcuni quadri di un colore più scuro rispetto agli altri, a disposizione irregolare. Diversamente dalle altre, è stata incastonata all'interno di un macchinario che ne consente l'attivazione a comando. Conduce verso il mondo di Zagor, in una radura nella foresta di Darkwood[5].

Curiosità[]

Le Pietre Sonore di Dragonero sono ispirate a delle sculture realmente esistenti, opera dell'artista Pinuccio Sciola. Nel 1996 gli studi di Scola sulla natura intrinseca della pietra e le tecniche di incisione sperimentate lo portarono a mettere a punto metodi e tecniche per sfruttare al meglio la musicalità della pietra, il frutto del suo lavoro furono appunto le Pietre sonore, le quali vennero esposte al pubblico per la prima volta nel 1997 a Berchidda, in Sardegna. Oggi vengono esposte in tutto il mondo e inoltre vengono organizzati concerti in cui queste sculture sono utilizzati come veri e propri strumenti musicali, divenendo fonte di ispirazione per artisti, musicisti e compositori[6][7].

Pagine correlate[]

Note[]

  1. 1,0 1,1 Dragonero 12, Minaccia dal profondo, Sergio Bonelli Editore.
  2. Dragonero 11, La regina degli algenti, Sergio Bonelli Editore.
  3. Dragonero 14, Lo sguardo della bestia, Sergio Bonelli Editore.
  4. Dragonero 22, L'uomo delle foreste, Sergio Bonelli Editore.
  5. Dragonero Speciale 2, Avventura a Darkwood, Sergio Bonelli Editore.
  6. Pagina Wikipedia di Pinuccio Sciola.
  7. Documentario "Sciola oltre la pietra" di Franco Fais.

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